AGENZIE E AUTORITA’
Ispra: Specie aliene invasive in aumento in tutto il mondo.
Martedì 28 febbraio - Un nuovo studio, pubblicato su Nature Communications, dimostra che i tassi di introduzione delle specie aliene invasive sono i più alti di sempre.
Il comunicato stampa
REGIONI
Regione Basilicata: Braia: Cinghiali, introduzione controllo a chiamata e girata con cane limiere.
Giovedì 2 marzo - Sono state approvate dalla Giunta regionale alcune integrazioni e modifiche al Calendario venatorio regionale 2015-2016 e al Disciplinare per l’esercizio del prelievo controllato del cinghiale in applicazione ai piani provinciali di controllo della specie.
Lo comunica l’assessore alle Politiche agricole e forestali, Luca Braia.
“Continuano le azioni del Dipartimento per ovviare alle necessità manifestate dagli imprenditori agricoli in molti territori della regione e per rispondere alla crescita esponenziale delle domande di risarcimento per danni causati dai cinghiali nei fondi coltivati, ai veicoli e alle persone. Introduciamo, pertanto, il cosiddetto “controllo a chiamata” che consentirà di aumentare gli abbattimenti e tutelare le colture agricole.
I Comitati direttivi territorialmente competenti, così come gli imprenditori agricoli che avvistano cinghiali nei fondi di proprietà possono ora fare richiesta apposita di selecontrollori.
Inoltre, abbiamo voluto chiarire la questione relativa ai cani limieri che dava adito ad interpretazioni non corrette. Il Disciplinare prevede l’abbattimento con metodo della girata, tra le metodologie di controllo numerico della popolazione del cinghiale.
La girata – conclude l’assessore Luca Braia – si potrà svolgere in forma collettiva mediante posizionamento di poste fisse e utilizzo di un conduttore armato ed un solo ausiliare limiere purché quest’ultimo abilitato esclusivamente tramite prove Enci, come specificato nel parere di Ispra espresso al piano di controllo del cinghiale per la provincia di Matera e dal Ministero delle Politiche agricole e forestali”.
Regione Toscana: Piano Lupo: Remaschi chiede al Ministro una rapida approvazione.
Lunedì 27 febbraio - Approvare quanto prima, e in maniera integrale, il piano nazionale per la conservazione del lupo.
E’ questa in estrema sintesi la richiesta che l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi ha indirizzato al ministro dell’ambiente Gianluca Galletti all’indomani del nuovo rinvio del voto in sede di Conferenza delle Regioni.
Nella lettera, indirizzata per conoscenza anche al ministro per le politiche agricole Maurizio Martina, l’assessore esprime il suo pieno consenso al piano redatto dal ministero con tutte le 22 azioni, inclusa la deroga al prelievo nei casi previsti: “Ad un problema reale ed urgente come questo – sostiene Remaschi – le istituzioni devono dare una risposta quanto più efficace possibile utilizzando tutti gli strumenti a disposizione come avviene in tutte le altre nazioni europee interessate da questo fenomeno”.
L’assessore motiva la sua posizione ricordando come la situazione sia divenuta insostenibile per gli allevatori toscani. Gli attacchi dei predatori, spiega l’assessore, vanno infatti ad aggiungersi alle numerose problematiche di tipo socio-economico ed infrastrutturale, determinando un rapido deperimento del numero delle aziende attive ed una forte crisi nelle poche che, con ogni sforzo, cercano di sopravvivere.
“Sono infatti oltre 1.500 – sottolinea Remaschi – gli attacchi denunciati dagli allevatori solo nell’ultimo triennio, numeri da capogiro, che purtroppo non riescono ad esprimere la frustrazione dei molti che hanno persino smesso di segnalare le predazioni subite, ma che danno però l’idea della gravità del problema che stiamo vivendo”.
In questo contesto estremamente critico, dice Remaschi, la Regione ha cercato con ogni mezzo di restare vicina agli allevatori investendo somme ingenti in opere di prevenzione, supportando gli allevatori danneggiati mediante il rimborso dei danni subiti, finanziando piani di cattura dei cani vaganti e di alcuni esemplari di ibridi impiegando oltre 3 milioni di euro solo negli ultimi 3 anni.
“Oggi però – evidenzia l’assessore – tutto questo non pare sufficiente di fronte ad un fenomeno che risulta ancora in espansione, con una forte crescita del numero di esemplari, soprattutto degli ibridi, ed una loro diffusione in aree contigue ai Paesi ed in alcuni casi persino alle aree urbane”.
Di qui dunque la determinazione a richiedere l’approvazione integrale del piano: “La non approvazione del piano, oppure lo stralcio di alcune delle azioni previste, equivarrebbe al mettere la testa sotto la sabbia, ignorando quanto sta avvenendo e non preoccupandosi delle evoluzioni future si asseconderebbero magari le sensibilità di alcuni, ma si rappresenterebbe l’ennesima beffa nei confronti di quei piccoli allevatori, a cui chiediamo di essere custodi di un territorio senza però preoccuparsi delle loro sorti”.
(In allegato inviamo la lettera dell’Assessore Remaschi)
ASSOCIAZIONI
Face.eu: Copa&Cogeca, CEPF, FACE, ELO accoglie il nuovo report della Corte dei Conti europea su Natura2000.
Febbraio 2017 - Il comunicato stampa.
Coldiretti: Campania, fauna selvatica: pubblicato l’elenco dei comuni per i fondi PSR 14/20 (danni da fauna selvatica).
Martedì 28 febbraio - Completato il censimento del territorio campano per i danni da fauna selvatica. In particolare sono 223 i Comuni nei quali dal 2010 al 2014 sono stati rilevati gli effetti devastanti della presenza del cinghiale. Lo rende noto Coldiretti Campania, a seguito della pubblicazione dell’elenco da parte dell’Assessorato all’Agricoltura in base al quale sarà possibile presentare domande di sostegno a far leva sulla tipologia 4.4.1 del PSR 14/20 (prevenzione dei danni da fauna). Il censimento è stato condotto con gli Enti territoriali competenti, Province e Parchi, e comprende anche i danni causati dal lupo ma per un numero inferiore di Comuni.
“Le risorse del PSR devono essere l’occasione per governare il fenomeno definitivamente – commenta Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania e vice presidente nazionale – così come avviene in altre regioni. Abbiamo uno strumento utile come il ‘Piano straordinario Emergenza Cinghiali in Campania 2016-2018’ approvato lo scorso anno dalla Regione. L’inquadratura territoriale e i fondi del programma di sviluppo devono aiutarci a frenare un fenomeno insostenibile per le imprese agricole. Le aree più colpite sono ovviamente quelle appenniniche: l’Irpinia, il Sannio, l’Alto Casertano e l’entroterra Salernitano. Oltre ai danni reali alle colture, c’è il pericolo per la pubblica incolumità. Pericoli che si accentuano nelle aree dei Parchi, dove i vincoli naturalistici portano gli animali a stretto contatto con le comunità locali”.
“Coldiretti ha chiesto e continua a chiedere una filiera controllata e rintracciabile delle carni di cinghiale – aggiunge Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania – per garantire il rispetto delle regole e la salubrità di quanto finisce abbondantemente sulle tavole delle sagre, ma non solo. Tramite i nostri tecnici abbiamo presentato proposte concrete per risolvere il problema. Far partire finalmente anche nella nostra regione una filiera del cinghiale avrà due risultati positivi. Si mette fine al commercio clandestino delle carni, danno e beffa per gli agricoltori. E si apre un’opportunità di sviluppo per il territorio, offrendo un prodotto sano e sicuro per il consumo locale ma anche per i turisti che scelgono di scoprire la bellezza delle nostre aree verdi”.
Coldiretti Toscana: Emergenza Lupo: è il momento della responsabilità.
“Un tassello importante quello realizzato dall’Assessore all’Agricoltura della Toscana – commenta Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – che aiuta a comporre il complicato percorso di approvazione del Piano nazionale per la Conservazione del Lupo. Bene ha fatto Marco Remaschi a prendere carta e penna per ribadire ai ministri Galletti e Martina ed all’intera commissione degli Assessori all’agricoltura della Conferenza Stato-Regioni, il sostegno della Toscana al Piano nella sua formulazione attuale. Ci auguriamo che a questo richiamo alla responsabilità – continua Marcelli – rispondano tutti coloro i quali in questa vicenda hanno competenza, sia a livello istituzionale che di rappresentanza sociale, e che si arrivi quanto prima alla definitiva approvazione del Piano Lupo nella sua interezza, dalla prima alla 22esima misura. Diversamente faremo un pessimo servizio a tutti, siano essi lupi o pecore, lasciando che i conflitti si accrescano e con essi i comportamenti furbeschi ed illegittimi”.
Nella sua nota l’Assessore Remaschi evidenzia una situazione di estrema e peculiare criticità rispetto alla presenza del lupo ed ai relativi conflitti con le attività antropiche, ormai non più sostenibile da parte del mondo degli allevatori. Egli riprende alcune elementi contenuti nel documento presentato da Coldiretti Toscana in occasione della manifestazione in piazza Duomo a Firenze del 2 agosto 2016 “… bisogna consentire alle aziende agricole, ed in particolar modo ai piccoli allevatori, di poter rimanere nelle aree montane, considerando la loro presenza come insostituibile presidio di un territorio che, se abbandonato, mette a repentaglio la sicurezza di tutti”. Poi cosi conclude l’Assessore “…… il Piano in discussione deve essere approvato con tutte le 22 azioni previste, perché sarà uno strumento importante per guidare le attività nei prossimi anni, ma soprattutto perché con questo documento si afferma il principio che ad un problema reale ed urgente, le istituzioni devono dare una risposta quanto più efficace possibile utilizzando tutti gli strumenti a disposizione”.
Superando strumentalizzazioni di parte, iniziative folkloristiche e approcci pregiudiziali, che a tutt’altro mirano rispetto alla soluzione del problema – sottolinea Coldiretti Toscana – è assolutamente positivo l’esempio dell’Assessore nel senso del richiamo alla concretezza ed alla responsabilità.
“La nostra organizzazione – sottolinea Antonio De Concilio, Direttore di Coldiretti Toscana – non darà spazio ad alcuna strumentalizzazione ed ha il solo interesse a tutelare il diritto di continuare ad esistere per le imprese agricole con le proprie attività. Per questo continuiamo a chiedere, con la forza della nostra rappresentanza e delle argomentazioni che abbiamo messo in campo, un atto di responsabilità a tutti i soggetti coinvolti. È ormai improcrastinabile la realizzazione di atti efficaci ed adeguati alla situazione di emergenza più volte denunciata che non può essere rappresentata all’opinione pubblica con fondamentalismi salottieri o manifestazioni grottesche. È indispensabile che ognuno assuma consapevolezza di come siano in ballo interessi dell’intera società civile e non solo di una parte di essa”.
Face.eu: La libreria dell’House of Common fornisce notizie false.
Un briefing paper intitolato 'Trofeo di caccia: Regno Unito e politica internazionale' di Alison Pratt e David Hirst, fornisce informazioni errate ai membri del Parlamento del Regno Unito, e del suo staff, su aspetti politici e di sostenibilità dei trofei di caccia.
Lav, Enpa, Lipu, Lac, Lndc, Animalisti italiani e Leidaa: Gli animalisti inviano alle Regioni il decalogo per il piano Lupo.
Sabato 4 marzo - Le associazioni animaliste Lav, Enpa, Lipu, Lac, Lndc, Animalisti italiani e Leidaa hanno inviato ai presidenti delle regioni un decalogo con le principali ragioni in favore della “necessità di proseguire nel percorso di tutela che da 46 anni impone nel nostro Paese il divieto di uccidere anche un solo lupo”.
“La deroga, fortemente voluta dal ministro dell’Ambiente, alla rigorosa protezione del lupo che l’Europa ci impone, è una misura ingiusta, sbagliata e pericolosa per le conseguenze che avrebbe sulla popolazione dei lupi, già tanto ridotta”, scrivono gli animalisti. “Una misura fieramente avversata dagli italiani, come dimostra la grande mobilitazione che prosegue in difesa di un animale che è anche simbolo della natura del nostro Paese”.
Le associazioni evidenziano come siano già undici i presidenti di Regione ad aver preso posizione contro la possibilità di uccidere i lupi. Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria e Puglia: “uno schieramento di schiacciante maggioranza, che rappresenta più del 70% dei cittadini italiani all’interno della Conferenza delle Regioni e che – concludono – avrà come conseguenza lo stralcio del capitolo III.7 dal Piano Lupo, quello che dispone gli abbattimenti in deroga al regime di protezione imposto dalla Direttiva Habitat”.